L’importanza del contatto come forma di comunicazione e nutrimento è indubbia per i molteplici benefici.

Una buona presenza di contatto nella propria vita genera effetti benefici su diversi aspetti. Per citarne solo alcuni: un forte sistema immunitario, capace di fornire risposte adeguate, un generale stato di benessere psico-fisico e una rilevante intelligenza emotiva e psichica. La parola “con-tatto” è impiegata in espressioni come “dire qualcosa con tatto”, coinvolge il concetto di delicatezza, si riferisce ad un gesto fatto con “attenzione”, dove per attenzione si intende “avere cura”.

Le ricerche fatte sul contatto e sulla sua fondamentale importanza nella nostra vita, a partire soprattutto dai primi anni, sono tantissime.

Gli elementi indispensabili per lo stimolo alla vita e alla crescita

Già negli Anni ’30, Renè Spitz, neuropsichiatra infantile, fu contattato da alcuni orfanotrofi americani dove morivano i bambini per marasma infantile. Lo studioso ricercò a lungo la cause della malattia caratterizzata da deperimento organico progressivo che portava spesso alla morte. Giunse alla conclusione che l’ambiente in cui i bimbi venivano nutriti a pasti regolari, seppur pulito e silenzioso, era asettico, così come lo era anche la cura data ai piccoli. Mancavano quel contatto caldo e affettuoso, quel linguaggio di conforto e di gioco con cui ci si rivolge ai bimbi, elementi indispensabili per lo stimolo alla vita e alla crescita. Quei bambini attraversavano vari stati di depressione sempre più profondi fino a lasciarsi morire.

Contatto, nutrimento profondo

Intorno agli Anni ’60 anche lo psicologo Harry Harlow realizzò diverse ricerche sull’affettività analizzando il comportamento delle scimmie. Osservò che i piccoli che venivano separati dalla loro madre mostravano una risposta di disperazione ritenuta analoga ad alcune forme di depressione umana. Conseguentemente, in età adulta, diventavano genitori anaffettivi. Harlow provò a costruire due surrogati di madre: una fatta di rete metallica, che poteva offrire loro del cibo attraverso un biberon e un’altra in cui la rete metallica era rivestita di pelliccia e scaldata dall’interno da una lampada, in grado di offrire loro calore, ma non cibo. Il risultato fu che i cuccioli di scimmia passavano la maggior parte del tempo nei pressi della madre morbida e calda, piuttosto che vicino a quella di ferro, che tuttavia era in grado di nutrirli.

Quali sono i benefici del contatto?

Un buon contatto è in grado di produrre una serie di cambiamenti a livello cellulare. L’aumento di ossitocina produce maggior rilassamento e una conseguente diminuzione dei “neuroni della paura”, del cortisolo e della pressione nervosa.

Uno studio svolto alla Liverpool J. Moores University in Inghilterra e all’Università di Goteborg in Svezia sui “nervi sociali” ha dimostrato che attraverso le carezze, essi inviano proiezioni piacevoli alle aree coinvolte nella gestione delle emozioni e dell’affettività. Inoltre i “nervi sociali” producono l’attivazione di neuroni che generano sensazioni di piacere e alleviano i sintomi dell’ansia (tratto da Neuron e Le Scienze).

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